VACANZE ESTIVE: le migliori scuse per mettere giù il "piano ferie"

Manca ancora tanto alle vacanze estive, è vero, ma è in questo periodo che le aziende mettono giù il piano ferie.


Chi lavora lo sa e ogni neo assunto è la prima cosa che impara: non c'è amicizia che possa reggere le discussioni sui giorni delle vacanze.


Sono finiti da un pezzo gli anni '80 in cui si stava a casa tutto il mese di agosto, ora le aziende chiudono non più di due settimane e sulle altre bisogna mettersi d'accordo. Poi ci sono quelle che non chiudono mai.


È finito anche il periodo delle vacanze a ferragosto, ormai l'abbiamo capito tutti che andare via il 15 costa il doppio che partire il 20 e così, in un modo o nell'altro, si finisce per discutere.


Ma veniamo alle 8 scuse meno sostenibili dell'universo lavorativo:


1) Devo prendere ferie ad agosto per i bambini.


Da quando ho memoria io, ed è ancora così, le scuole sono chiude 3 mesi abbondanti: da giugno a settembre. Quindi pensane un'altra.



2) Io devo coordinarmi con mio marito/mia moglie, per te invece non cambia niente.


Io secondo te vado in vacanza da sola? Se tu devi metterti d'accordo con tuo marito, io mi devo coordinare con una lista di persone che copre mezzo alfabeto di cui 3/4 hanno le ferie quando le vorresti prendere anche tu (e tuo marito e i tuoi bambini che sono gli unici ad essere in vacanza solo ad agosto).


3) L'ufficio deve rimanere sempre coperto.


Sì, ma se sono da sola come faccio? Vi sembrerà assurdo, ma mi è successo davvero!



4) Periodi impossibili.


Una settimana al massimo a giugno, luglio o settembre. Tre settimane ad agosto, ma non vi sovrapponete.
Ma vi rendete conto che le settimane di agosto sono 4 e per prenderne 3 a testa senza sovrapporsi ne mancano 2 (in un ufficio di due persone)?



5) Ho già prenotato


C'è sempre quello che prenota prima di "mettersi d'accordo" coi colleghi, fatto che genera due alternative: ti adegui o lo picchi. Fate voi.



6) Sei l'ultimo arrivato


Chi tardi arriva, male alloggia. Vale anche per le ferie. Anche se si tratta di cambio d'ufficio: l'ultimo arrivato copre agosto.



7) Malattia


Il furbetto c'è sempre: non gli danno le ferie quando vuole lui, allora si mette in malattia. Con tanto di medico compiacente.



8) Scuse...


Le scuse sono le più assurde... tra parenti con morti plurime, zie ultracentenarie in visita dall'Australia e tutto ciò che di più fantasioso vi possa venire in mente.



Allora, siete pronti a lottare per conquistare le vostre settimane di ferie estive?

Commenti

vitaincasa ha detto…
Per me ogni settimana di ferie è il frutto di lotte estenuanti!
Oriana ha detto…
Quest'anno mi è andata bene... la mia collega voleva inizio agosto ed io la fine... perfetto, direi!
Ma l'anno scorso, invece, dovevo mettermi d'accordo con un collega che ha la moglie che fa la commercialista, quindi lui prima del 10 agosto non prende ferie... ok il primo anno, ma il secondo gli ho chiesto se potevamo fare al contrario, mica devo sempre essere io quella che si fa via il ferragosto che costa un sacco!
gianni ha detto…
La malattia... ti ammali durante le ferie che non hai fatto perché c'erano altri e lasci scoperto tutto... torni giusto il tempo di recitare la parte del malato prossimo alla fine e .. le agganci alle ferie. Vedrai che l'anno dopo sarà il capo ad arbitrare le ferie un po' meglio.
Oriana ha detto…
Nel posto dove lavoravo 10 anni fa ha avuto quest'idea una tizia con il contratto a tempo determinato di 6 mesi... non gliel'hanno rinnovato!
gianni ha detto…
Eh, vabbè per attaccare una città fortificata si deve avere almeno una torre d'assedio e uno straccio di esercito... se ci vai da solo e in ciabatte mare perdi.
Oriana ha detto…
Cmq essere licenziati da quel posto era una vittoria! In un mese abbiamo dato le dimissioni in 7 (su 10).
Avevamo diritto ad andare in bagno due volte al giorno (una al mattino ed una al pomeriggio) con una permanenza massima di 3 minuti, passati i quali la responsabile bussava per sincerarsi che andasse tutto bene (ovvero che non stessi parlando al cellulare).
Durante l'orario di lavoro, potevamo andare una sola volta, alle macchinette a prendere il caffè da bere velocemente in piedi e tornare in postazione entro massimo un paio di minuti con il bicchiere vuoto (era vietato bere alla scrivania).
Se iniziavi a lavorare alle 9, potevi arrivare in ufficio tra le 8.50 e le 8.55. Prima davi fastidio, dopo non avresti fatto in tempo ad essere pronto per le 9 in punto.
I cappotti andavano appesi in corridoio, era vietato tenerli dietro la sedia.
Se timbravi alle 18 venivi richiamato perché ciò presupponeva che avevi smesso di lavorare almeno alle 17.59, se non anche alle 17.55.
Ferie: non potevi prenderle a Natale, Capodanno, Befana, ponti, festività o agosto perché in quei periodi le prendevano la responsabile e sua sorella di 19 anni.
Fare gli straordinari era un favore che l'azienda ti faceva per farti "guadagnare qualche soldino in più", visto che lo stipendio base, per 40 ore su 6 giorni settimanali, era di 880€.
Un anno mi hanno dato il premio produzione: 75€ lordi.
Il premio contrattuale era in base ai giorni di malattia fatti durante l'anno, in pratica veniva premiata la salute dei dipendenti: se facevi 0 giorni, prendevi 200€ lordi che si azzeravano al 10° giorno di assenza. Veniva chiamato "premio assiduità".