Il mese scorso ho detto che odio chi odia tutto, soprattutto se si tratta di cose futili. Per questo, per coerenza insomma, la mia rubrica "Io odio..." viene sostituita dalla più soft "Mi sta sulla punta del dito...".
Si inizia con un grande classico della cultura pop milanese: il passeggero della metropolitana.
Mi sta sulla punta del dito... il passeggero della metropolitana... che slitta dove ti stai sedendo quando tu hai già cominciato la discesa.
Mi sta sulla punta del dito... chi si bacia davanti all'uscita dopo che le porte si sono già aperte.
Mi sta sulla punta del dito... chi non tiene la destra sulla scala mobile, perché il milanese medio non aspetta, cammina.
Mi sta sulla punta del dito... chi si appoggia ai pali che sono fatti per attaccarsi, non per sdraiarsi.
Mi sta sulla punta del dito... chi sale senza lasciare prima scendere.
Mi sta sulla punta del dito... chi urla al telefono, chi ascolta la musica che mi sembra di indossare le sue cuffie, chi puzza di sudore già alle 8 del mattino e chi beve il caffè e poi non si lava i denti.
Mi sta sulla punta del dito... chi mette la sua valigia in mezzo e non ti fa passare, chi si alza all'ultimo istante prima di scendere e spinge per passare, chi non chiude la borsa incurante dei borseggiatori e chi la borsa se la dimentica così blocca la circolazione dei mezzi per permettere i controlli antiterrorismo.
Mi sta sulla punta del dito la metropolitana, ma la devo prendere 5 giorni a settimana. Perché a Milano la metropolitana è efficiente e la città lo sa, così il biglietto presto costerà 2 € e sarà il più caro d'Italia. Perché la metropolitana è efficiente e noi la prendiamo sempre e la prenderemo anche quando il biglietto costerà 2 €. Però mi sta sulla punta del dito.
Si inizia con un grande classico della cultura pop milanese: il passeggero della metropolitana.
Mi sta sulla punta del dito... il passeggero della metropolitana... che slitta dove ti stai sedendo quando tu hai già cominciato la discesa.
Mi sta sulla punta del dito... chi si bacia davanti all'uscita dopo che le porte si sono già aperte.
Mi sta sulla punta del dito... chi non tiene la destra sulla scala mobile, perché il milanese medio non aspetta, cammina.
Mi sta sulla punta del dito... chi si appoggia ai pali che sono fatti per attaccarsi, non per sdraiarsi.
Mi sta sulla punta del dito... chi sale senza lasciare prima scendere.
Mi sta sulla punta del dito... chi urla al telefono, chi ascolta la musica che mi sembra di indossare le sue cuffie, chi puzza di sudore già alle 8 del mattino e chi beve il caffè e poi non si lava i denti.
Mi sta sulla punta del dito... chi mette la sua valigia in mezzo e non ti fa passare, chi si alza all'ultimo istante prima di scendere e spinge per passare, chi non chiude la borsa incurante dei borseggiatori e chi la borsa se la dimentica così blocca la circolazione dei mezzi per permettere i controlli antiterrorismo.
Mi sta sulla punta del dito la metropolitana, ma la devo prendere 5 giorni a settimana. Perché a Milano la metropolitana è efficiente e la città lo sa, così il biglietto presto costerà 2 € e sarà il più caro d'Italia. Perché la metropolitana è efficiente e noi la prendiamo sempre e la prenderemo anche quando il biglietto costerà 2 €. Però mi sta sulla punta del dito.
Commenti
Mchan
Mchan
I controllori poi non ti dico. Li ho incontrati un paio di volte. Salgono a metà tragitto e rimangono fino al capolinea senza controllare chi sale successivamente. Gli stranieri, quando li beccano che scendono sempre appena li vedono, dicono sempre di non avere documenti e loro li lasciano stare, in teoria dovrebbero chiamare la polizia, ma poi troppi verbali, troppo lavoro.
Gli zingari poi, sembra che abbiano tutti paura di loro. Per anni hanno stazionano nelle fermate della metro A, ora con l'avvento dei militari si sono spostati nella B o nelle fermate meno controllate.
Mchan
Sembra che qui in Italia tutto costi il quadruplo che nel resto del mondo per quanto riguarda i pubblici servizi.
Lasciamo stare il problema dei rifiuti. Cattiva gestione ok, ma pure voglia di non lavorare. Già passi una volta a settimana se tutto va bene, se trovi una macchina davanti al secchione non puoi suonare un paio di volte e poi andartene senza aspettare nemmeno un minuto. La gente mica può catapultarsi dalla finestra, no?
E non puoi nemmeno lamentarti con il nostro portiere perché i sacchetti sono a terra. Uno: che ci può fare lui? Due: i secchioni non sono ad uso esclusivo del nostro palazzo (magari lo fossero). Tre: se passi una volta a settimana ed il secchione dell'indifferenziata è uno solo per almeno 300 nuclei familiari non puoi pretendere che la mondezza me la tenga in casa (dato che la maggior parte non ha nemmeno il balcone) o che vada alla ricerca del secchione vuoto che comunque non esiste. Quattro: sarebbe il tuo lavoro pulire. Il mio portiere mica si lamenta se trova le scale sporche.
Il vero problema è che la maggior parte della gente che riesce ad avere un lavoro a tempo indeterminato poi fa il minimo indispensabile perchè tanto mica lo possono cacciare.
Mchan
Ps: quest'estate sono stata a Bilbao. Ho beccato una festa molto sentita dai cittadini, era l'ultima sera e stavano tutti in piazza a bere e ballare. Il giorno dopo sono passati con la macchina che lava il suolo che aveva il disinfettante alla citronella, per dire...
Qui a Padova il problema dei rifiuti non c'è proprio, ma è ovvio che una città come la nostra sia più semplice da gestire. La differenziata è fatta "porta a porta" con raccolte scadenzate con precisione (anche a natale, capodanno, ferragosto) e bidoni per tutti (abitazioni singole o condomini). Niente più campane di raccolta o grossi bidoni di quartiere. E soprattutto niente scioperi.
Il porta a porta cercano di farlo anche qui, ma è quasi impossibile, se non passano spesso a prendere quella nei bidoni grossi voglio proprio vedere quanto spesso vengono a prendere i bidoncini che richiedono decisamente più tempo. Così poi invece di avere la mondezza sui marciapiedi ce la ritroviamo nei landroni.
Le piccole cittadine sono sicuramente agevolate sotto questo punto di vista.
Mchan
Qui non arriva neanche il treno...